Insonne
L’harness mi sega le ascelle ma tutti sembrano comodi in questa pelle sintetica e faccio finta di stare bene anche io tanto tra poco non sento più niente gli altri tre sono già andati e spero che mi arrivi in fretta la botta di cheta che sono troppo vigile la musica segue gli arpeggi e gli echi e il rullante che arriva ogni 2/4 e mi muovo troppo veloce voglio rallentare voglio morire anche soltanto per un secondo e perdermi attraversarmi le braccia con le dita e vedere le gambe che si fondono col pavimento eccola eccola che arriva l’abbraccio ecco che arriva voglio il k-hole voglio lo stato dissociativo transitorio da intossicazione che poi che intossicazione che è l’unica vera sensazione bella della vita il benessere il discorporarsi il privarsi delle cellule sfaldarsi disciogliersi sparire rivoltare gli occhi all’indietro e vedere che tutto corre lento che sono in un buco nero e ci voglio stare e invece dura venti, trenta minuti se sono fortunato e lo spero lo spero di essere fortunato non sento più l’harness che mi sega le ascelle e mi muovo mi sciolgo e la testa deflagra è polvere da sparo ma non fa dolore no è solo piacere il dismembrarsi che tocco il culo di quello davanti e la mano ci passa attraverso e tocca il culo di quello davanti a lui e faccio un passo ma mi fermo perché la semplice attività motoria mi viene impedita sfondami il cervello sfondami le gambe inibiscimi il pene fammi vivere soltanto stasera in questo cumulo di bisogni mescolati che non capisco se voglio pisciare ridere scopare dormire ma almeno mi muovo e questo è inestimabile è tutto passato è tutto passato mi viene da piangere voglio tornare lì ma sto dormendo non mi reggo in piedi è la decima striscia di cheta non ce la faccio più voglio tirarmi su sono le quattro del mattino la serata finisce alle dieci gli altri tre stanno scopando tra di loro che poi scopando non lo so segarsi è scopare non lo so succhiarsi è scopare non lo so insomma io non c’ho voglia di fare niente voglio soltanto continuare a ballare ma la cheta è finita e pure il mio naso è finito ma c’è un piccolo spazio per il dessert la coca mi lancio verso il bagno c’è la coda mi guardo allo specchio e ho gli occhi quasi chiusi mi devo muovere prima di addormentarmi mi muovo muovo le gambe muovo le braccia mi guardo allo specchio e alla fine il mio fisico non è così male sono andato in palestra una volta a settimana uno schifo e non voglio avere tutti questi anni avrei voluto incontrare la chetamina a vent’anni invece di ubriacarmi e basta e mangiare le schiacciahe alle quattro del mattino sbronzo marcio e vomitarmi sulle scarpe nelle macchine dei genitori dei miei compagni di classe pisciare nei fossi e dormirci in questi fossi nel mio piscio perdere i sensi con i velieri le bottiglie di plastica ripiene di rum con due canne sulla parte lunga della bottiglia e sfasciarsi i neuroni tirando maria no avrei scopato fatto di chetamina a vent’anni non è la stessa cosa che scopare fatto di chetamina a trentacinque anni no non è la stessa cosa manca una persona e poi sta a me a pensare a tutto questo scopare fatti m’è venuto in mente che ho anche il mefedrone e forse l’md me lo tengo per la prossima volta adesso voglio il catinone sintetico che eccita e agisce a livello del sistema nervoso centrale che forse mi viene la stessa voglia di scopare di tutta questa gente che qua attorno si sbatte a tempo di musica entro nel bagno chiudo la porta le mani mi tremano mentre mi frugo nel calzino che forse Mafalda saprà anche di piedi sudati visto che ballo da cinque ore mi prendo la collanina a cucchiaino e la infilo nella bustina tiro su tutto quello che c’è da tirare e tiro pure lo sciacquone che almeno faccio finta di aver pisciato nonostante sia palese che abbia pippato visto che apro la porta e tiro su col naso avvicinandomi le dita alle narici ma davanti a me c’è una vecchia coi codini rosa e un tanga nero ai piedi gli anfibi che mi sorride e mi fa l’occhiolino e io biascico che mi piace il cazzo non so perché gliel’ho detto forse è il mefedrone che bello dare la responsabilità di tutto all’alterazione dovuta alle droghe che bello non essere dietro alle scelte alle strade inutili alle porte sbattute ai no e ai sì ma sciogliersi nel pavimento e forse riassemblarsi ritorno nella stanza buia casa del mio k-hole e scannerizzo tutte le facce di chi mi porterò a casa il biondo con le scarpe bianche e la gonna di pelle a balze l’altro biondo in mutande con la camicia di pelle corta il moro alto col guinzaglio attaccato alle mutande di pelle di quello con gli occhiali da sole dorati e il chupachups in bocca non lo so me li farei tutti e quattro ma inizio a ballare e decido che non me ne frega niente che se vogliono vengono loro a toccarmi a tirarmi fuori il cazzo dalle mutande a limonarmi a portarmi in una delle darkroom sentirmi chissachi mentre sono fatto che tutta la sala deve adorarmi deve mangiarmi deve volermi deve ammirarmi deve vedere quanto sono bravo a ballare e quanto sono bono col fisico che ho costruito andando in palestra soltanto una volta alla settimana che poi parlo e gli dico anche che scrivo e che quindi sono bono e pure intelligente e se me lo permettono faccio anche battute quindi sono simpatico e attento e amorevole ma devono meritarmi quindi continuo a ballare da solo e non mi avvicino a nessuno quando in realtà muoio dall’ansia e l’ansia sta con l’erezione e io non capisco più che cosa seguire se l’ansia o l’eccitazione quindi torno in bagno non c’è nessuno in coda chiudo con violenza la porta e tiro fuori la coca prendo due cucchiaiate e finalmente torno me stesso tutto sparisce tutti gli effetti se ne vanno sono solo mediamente eccitato sono soltanto mediamente attento sono soltanto mediamente stanco perché la vita alla fine lo so è essere mediamente qualcosa che se sei troppo di là o troppo di qua la gente non ti vede o ti vede male quindi stai in mezzo dove tutti stanno e stai tranquillo e tutti stanno tranquilli fino a quando non finisce questa inutile corsa e a forza di stare tranquilli si vive mediamente e chissà se mediamente è alla fine la cosa da fare.